Ogni viaggio lascia tracce: nei ricordi, nelle fotografie, ma soprattutto nelle parole.

Alcuni dei nostri viaggiatori hanno trasformato le emozioni vissute insieme in poesie, racconti e pensieri che profumano di avventura, amicizia e libertà.

Questa pagina è dedicata a loro — a chi ha saputo dare voce al viaggio, trasformandolo in arte e memoria condivisa.

Leggendo i loro testi, potrai ritrovare i colori, i silenzi e le emozioni di quei luoghi che, per un attimo, sono stati anche casa nostra.

Aurora boreale nel cielo notturno sopra paesaggio innevato con montagne.

— Elena L “Poesia”

Semplice

Bellezza fiorisce

Esplode

E’ l’Infinito

Che mi avvolge

Così piccola

Posso sentirmi

Così fragile

Eppure

Trascendo limiti

Materia

Sublimata in luce

Immensamente fusa

Disciolgo le mie carni in cielo…

Aurora boreale colorata nel cielo notturno sopra un bosco di alberi.

— Sante “Gli attimi che ci tolgono il respiro”

Non è mai facile scrivere per ringraziare dopo un così splendida avventura, si avventura perchè i viaggi li fanno i turisti, nell'avventura vivi un mosaico di sensazioni che fanno vibrare il cuore.

Si, un variegato mosaico con al centro il grande sogno: la dama sfuggente.

Per me era un sogno che avrei dovuto vivere con Giò, ma il destino ha voluto che fossi solo; una ragione di più per far si che il sogno si avverasse.

La fortuna ci è stata propizia, e sono certo che da lassù qualcuno ci ha dato una mano.

Un vecchio aforisma dice: "non conta quanti respiri fai in un attimo, ma quanti attimi ci tolgono il respiro" e in quelle notti quanti attimi senza respiro.

Per questo e per tutto, Gabriele, un grandissimo grazie.

Eclissi totale di sole con corona visibile attorno alla luna.

— Giustina “Due minuti e ventitre secondi”

Due minuti e ventitré secondi. Tutto intorno distese verdi del Wyoming e sette collinette verso sud-ovest ai piedi delle quali ci raccogliamo per ripararci dal vento. Iniziamo. In un'alchimia di proporzioni perfette, la Luna oscura il Sole completamente.

Via gli occhiali protettivi e un brivido intensissimo si sente sulla pelle.

Non so se sono i venti gradi a cui si è passati in pochi minuti, se è il vento che ha cessato di soffiare improvvisamente, il frinire dei grilli come se fosse l'imbrunire o semplicemente l'emozione di essere lì senza la consapevolezza di esserci davvero.

Sulla linea dell'orizzonte alba e tramonto insieme. Il Sole è un disco nero. Un minuto e dieci secondi dopo, nel momento culminante della totalità il Sole sembra circondato da un'ara magica. Tutto intorno è surreale, mistico, di un altro mondo, sospeso. Si sta come in trans. Assenza di luce e assenza di pensieri; si ha solo la terribile certezza che in pochi istanti finirà tutto. Gli occhi si riempiono di lacrime e nell'anima si spalanca un abisso profondissimo. L'Universo si muove e noi siamo parte di esso.

Il movimento impercettibile e inesorabile della Luna continua e il Sole così comincia a scoprirsi. Il primo raggio che parte dal Sole trafigge il cuore e arriva fino in fondo all'abisso dell'anima. E' una ferita agli occhi, un doloro al petto. La luce è una lama tagliente e velocemente riempie di nuovo lo spazio e il mondo. Posso sentire le pupille che si contraggono. Forse solo i grilli un po' infastiditi avranno esclamato: "Chissà chi è che si diverte a spegnere il Sole!".

Due scalatori in montagna con equipaggiamento da arrampicata su ghiaccio, uno che sta salendo una cascata di ghiaccio e l'altro che si trova sul terreno, con uno sfondo di parete di ghiaccio.

— Maria Stella “Itaca”

Quando ti metterai in viaggio per Itaca, devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. ... non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull' Isola, tu, ricco di tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio; senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

e se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso, già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare" ( K.S.)

Ti metti in viaggio per scoprire l' aurora boreale, forse mai vista o forse mai compresa.

Durante il viaggio, poi, con occhi nuovi, scopri una natura incontaminata, un paesaggio incantevole che sembra uscito da una vecchia fiaba.

Scopri volti e visi di gente, del luogo, felice,sorridente,accogliente ed ospitale. Senti odori diversi e sapori indimenticabili.

Il bianco della neve non smette di circondarti e il corpo si rilassa dimenticando tutto.

Ti metti in viaggio alla ricerca dell' aurora boreale, ma poi scopri compagni di viaggio che divengono amici, avventurieri nelle escursioni.

Scopri guide pronte a farti divertire, montando su una slitta, su una moto, arrampicando su una parete o condividendo una ciaspolata, piuttosto che un pasto fumante dentro una vecchia capanna.

Scopri il gruppo e la bellezza di una bevanda calda tra chiacchiere e risate, mentre fuori nevica.

Non senti nè freddo nè stanchezza. Non senti la voglia di casa, perchè in Svezia: ci si sente a casa! fin quasi a rimpiangere di non esser nato lì!

I giorni volano in fretta e, un pò distrattamente, ti rendi conto che eri partito: "a caccia di aurore boreali!"

Se la vedi, quando la vedi, ti suscita un'emozione fortemente personale ed indescrivibile: un senso di vittoria, misto a stupore e meraviglia. Ti senti piccolo al cospetto di tanta bellezza. I ricordi si incidono forti, la cerchi la sera successiva e quella dopo ancora e ti prometti di cercarla l'anno dopo! quasi da non poterne più fare a meno...

Se non la vedi o la intravedi, credimi, poco conta...

Non per questo Itaca ti avrà deluso! Itaca ti ha già dato il bel viaggio. Itaca è il viaggio!

che cos'altro ti aspetti? ad Itaca, tu sei già arrivato!

Aurora boreale verde nel cielo notturno sopra un paesaggio ghiacciato con iceberg.

— Mauro Carlo “Viaggio in Lapponia”

Viaggio pensato e seguito per 3 anni e finalmente grazie a mia moglie che mi ha spronato ho deciso di intraprenderlo. Organizzato e pensato per diversi mesi preparandomi con l’attrezzatura fotografica ed abbigliamento termico che non avevo (grazie alle brochure scaricate dal sito). Atteso con trepidazione e studiato e ristudiato nei minimi particolari.

Partito con tante speranze nel cassetto che potessi avere la fortuna di assistere durante il viaggio alla visione della mitica “Dama Sfuggente”. Cosa che si è avverata per ben 4 volte su 6 notti. Incredibile. Di cui 2 con una tale potenza e durata da lasciare basiti. Il mio sogno nel cassetto si è avverato ed ho potuto piangere durante questo spettacolo della natura. Dopo aver fatto centinaia di foto ho deciso di spegnere la macchina fotografica e mi sono steso sulla neve bianchissima ed ho ammirato per un pezzo l’Aurora danzare per me in tutta la sua bellezza. Lo spettacolo ti lascia senza parole e non sai dove volgere lo sguardo da quante forme e colori si trasforma il cielo. Spettacolo assoluto.

Per quanto riguarda il viaggio nulla da eccepire. Organizzato alla perfezione e con escursioni molto belle. Peccato di non essere saliti presso l’Aurora Sky Station in quanto la funivia era rotta. Comunque quella notte del 14 Marzo l’Aurora è stata fantastica.

Bellissima l’escursione con i cani da slitta e l’avventura fatta di notte con le motoslitte con cena tipica in una capanna Sami.

I vari paese che abbiamo visitato sono di una bellezza unica e il colore predominante è il bianco assoluto e la tranquillità regna sovrana.

Che dire ancora: un ringraziamento sentito e sincero a Gabriele organizzatore ed alla Sua bella famiglia (Silvia, Galileo e Maja), sempre presenti e compartecipi all’organizzazione del viaggio.

L’avevo pensato per anni, è arrivato ed ora è passato ma resterà nel mio cuore questa settimana bellissima a cui ho avuto la fortuna di partecipare. Grazie di cuore.

PS: Gabriele si è rilevato una persona molto professionale, sempre gentile e pronto a risolvere i piccoli problemi logistici. Pronto a dare spiegazioni e aiuti durante le escursioni e durante i set fotografici. Si parte e si torna tranquilli.

Un alce con il muso rivolto verso la fotocamera in un paesaggio nevoso con alberi sfocati sullo sfondo.

— Giovanna “Andare per vedere l'Aurora Boreale non ha di certo fatto male”

Era una giornata di febbraio piovosa, ma io dentro ero molto gioiosa

Perché l’avventura stava per iniziare. Andavo a vedere l’Aurora Boreale!!

Giù, in treno fino a Milano. Per prendere l’areoplano

E poi via, a Stoccolma volare. Per poter il gruppo incontrare

Una settimana passata fianco a fianco. In un mondo tutto bianco

Domenica tranquilla per iniziare. Passata nella capitale a visitare

Vie, stradine, musei e palazzi. E per i “veci” Abba uscire pazzi!!

Il giorno dopo si va verso il circolo polare. Per poter, nella città di Kìruna, arrivare

Il clima è fresco e ci siamo dovuti coprire. E qui le tute termiche sono dovute intervenire

Tutone, guantoni, berretti e scarponcini. E come direbbe Daria: “siete proprio bellini!”

Tute fatte quasi su misura… Così “Grossi” da far paura!!

Serata davanti al fuoco su pelli di renne. Curiosi di ascoltare le tipiche strenne

Con le “parenti” fatte a spezzatino. E succo di bacche in un curioso bicchierino

Meglio con la luce non guardare. Altrimenti può venire da vom…are

Per la pulizia assai carente. Che potrebbe spaventare tanta gente!

La Lapponia poi ci fa un regalone. Una strana luce di color verdone

Che si fa sempre più vedere. E le guide che non ci riescono a trattenere

Giù di corsa per una sentiero senza farci male. Emozionati per la nostra prima aurora boreale!!

Il Cuore che batte a tutta velocità. E sui nostri volti la felicità

Per quel fenomeno tanto strano. Che ci ha fatto venire da tanto lontano

La notte è passata un po’ agitata. Ed è subito arrivata la mattinata

L’hotel di ghiaccio siamo andati a visitare . Per poi alle renne dar da mangiare

Muschi e licheni abbiamo comprato. Così loro il doppio han’ guadagnato!

Alla sera, all’Aurora Station siam saliti. E abbiam messo altri vestiti

Una tutona ancor giù grossa. E ancor più difficile era ogni mossa

Il posto dovrebbe esser stato il migliore. Ma neanche l’ombra del verde bagliore

Iniziata è, una nuova giornata. Iniziata con una bella mattinata

Una piacevole e tranquilla ciaspolata. In una valle che sembrava incantata

La neve bianchissima ed immacolata. Che aspettava solo di essere calpestata

Invece ecco la sera, con l’agitazione. Per rivivere l’emozione

Abbiamo riso, abbiamo scherzato. E con le torce abbiamo giocato.

Abbiamo passato una serata divertente. Anche se dell’aurora purtroppo niente

Certo che gli svedesi sono un pò strani. Tipo… andare in giro trainati dai cani

E noi gli abbiamo voluti imitare. Ed ecco che sulle slitte ci potete trovare

Viaaaaaaaa!! Veloci come il vento. Con questi esserini che erano un portento!

Giornata e serata da ricordare. Con un’aurora spettacolare.

Sul lago ghiacciato siamo stati. Con gli occhi verso il cielo puntati.

Eravamo pieni di soddisfazione. E nel Cuore un’altra emozione.

Purtroppo l’ultimo giorno ad Abìsko è arrivato. Ed il viaggio è quasi terminato.

Inizia la tristezza a serpeggiare. E ci si ferma un po’ a pensare.

La Lapponia per l’ultimo giorno ci aspetta. E per dare l’addio non c’è fretta.

A Kìruna in treno abbiam fatto ritorno. Per scoprire uno strano mondo:

La miniera siam andati a vistare. E dei caschetti c’han fatto indossare

Vecchia l’idea dei minatori. Ormai fan tutto con i motori

L’adrenalina però iniziava ad arrivare. A cena in motoslitta bisogna andare

Un’altra nuova esperienza vissuta intensamente. Con tanti ricordi da tenere nella mente

Ultima cena intorno al fuoco in una capanna. Per poi andare mestamente a nanna

Ora, io le emozioni ho provato a raccontare. Di un viaggio sicuramente da consigliare!

Tutto il gruppo desidero salutare. E di tutto cuore vi voglio ringraziare

Il viaggio a Nord speciale avete reso. E molte volte il mio sorriso avete acceso

Qualcosa di speciale mi avete donato. Rendendo magico il viaggio sognato

Tra i igloo di ghiaccio in un paesaggio innevato sotto un cielo pastello.

— Francesca e Giuseppe “Luna di miele”

Il viaggio a Kiruna è stata una delle esperienze più belle della nostra vita, e non solo perché è stata la meta della nostra luna di miele, ma perché ci ha regalato delle emozioni uniche mai provate finora.

Ci siamo sposati il 23 Febbraio io e Giuseppe ed il 28 siamo partiti per la Lapponia Svedese. Siamo stati davvero molto fortunati perché siamo riusciti a vedere la "Dama Sfuggente" la prima sera durante la nostra prima escursione: quella coi cani da slitta. E' stata un' avventura stupenda: abbiamo preparato i cani e le slitte nel primo pomeriggio insieme alla nostra guida, il simpaticissimo Sebastian, e ci siamo incamminati lungo il fiume ghiacciato con un sole splendente alle nostre spalle, un cielo terso, un'aria limpida mai respirata prima...attorno a noi solo il "bianco"; un bianco che toglie il fiato e ci fa realizzare finalmente su quale meraviglioso pianeta abbiamo la fortuna di vivere.

Arriviamo all'accampamento dove la luce è quella delle sole candele, ed il calore è quello di un fuoco acceso e della compagnia; Sebastian fa mangiare i cani che però non sembrano poi tanto stanchi, sono eccezionali! Ci sediamo a tavola per la cena e non facciamo nemmeno in tempo ad assaporare il primo boccone che sentiamo qualcuno che urla: "The Northern Lights!!!" Non perdiamo nemmeno un istante, afferriamo la macchina fotografica ed il tre piedi e corriamo fuori per cercare di catturare lo spettacolo più raro al mondo, quello per cui siamo lì: l'Aurora Boreale. E' incantevole, un bagliore verde e sinuoso che ci avvolge cambiando forma ogni secondo, qualcosa di incredibilmente affascinante e misterioso...

Nei giorni seguenti abbiamo fatto altre escursioni ad esempio quella con la motoslitta che è stata divertentissima e poi quella durante la quale abbiamo costruito il nostro primo igloo!!! Fantastico! E' stata una faticaccia perché abbiamo scavato per sei ore, ma alla fine ne è valsa la pena, anche se io mi sono rifiutata di pernottarci dal momento che sono molto freddolosa e che il giorno seguente avremmo dormito nell'Ice Hotel di Jukkasjärvi.

L'Ice Hotel è stata la nostra ultima esperienza nel nord della Svezia: un posto unico e magico, un'opera d'arte vera e propria; la nostra luxury suite si chiamava Elliptical ed era davvero bella; ogni suite era particolare e dormire a -5° non è stato per nulla difficile vista l'accoglienza del personale e tutti i comfort a disposizione. L'indomani mattina ci hanno rilasciato l'attestato di "sopravvissuti ad una notte a -5°"!!!

Colmi di meraviglie siamo partiti da Kiruna per fermarci solo un giorno a Stoccolma e poi tornare alla vita di tutti i giorni qui in Italia, nello smog e nel caos quotidiano dove quei paesaggi, quell'aria e quel silenzio si trovano solo nelle fotografie e nei nostri racconti, coi quali abbiamo fatto sognare amici e parenti.

Grazie di cuore per la splendida esperienza.

Paesaggio invernale con foresta di alberi ricoperti di neve, un lago ghiacciato e alcune case isolate, sullo sfondo montagne innevate sotto un cielo chiaro.

— Daria “Parallelo 68N”

Sono giorni che attendo quell'attimo perfetto, solenne e sgombro da ogni pensiero per scrivere in pace le mie impressioni sul viaggio in Lapponia. Ed eccotelo arrivato quel momento che tutto ha, tranne quella agognata solennità e candida leggerezza: sono le 20 di domenica sera e mi trovo in coda in mezzo al traffico alpino. In due ore ho percorso solo 32 dei 390 km che mi separano da casa.

Rientrata dal viaggio ad Abisko ho provato a trascorrere un fine settimana tranquillo nella mia campagna tra dolci colline, bosco e caprioli. Qualcosa non ha funzionato e giorno dopo giorno è cresciuto il "mal d'aurora boreale". Ogni giorno a consultare il sito per verificare la probabilità di aurore ed a guardarmele in diretta dalla web cam dell'aurora Sky station. Una profonda nostalgia di quei posti mi ha spinto, al secondo fine settimana di astinenza, ad andare a cercar la neve. Ne ho trovata tanta, dai 2 ai 4 metri, boschi, alberi innevati, tutto ciò che si può desiderare da un paesaggio alpino, ma eccomi qui e di rientro a casa, intrappolata nel traffico di sciatori sulle piste prima ed auto adesso, penso e ripenso alla Lapponia. La neve pare la stessa sebbene quella cortinese sia sporcata dalla sabbia sahariana (anche questo oltre al traffico ed alla densità abitativa, difficilmente capitano sul parallelo 68) ma tutto intorno è diverso e mi rendo conto che la magia della Lapponia non è replicabile al di fuori di quel territorio geografico.

Ciò che più mi ha affascinato è l’immensa distesa di natura intatta, dove l’uomo gioca un ruolo di terz’ordine, da ospite discreto più che da conquistatore sfrontato come invece accade sulle nostre montagne. Nella terra lappone si respira potenza che sale dal ghiaccio sotto ai pieni, che scende dal cielo con l’aurora boreale. C’è un gioco continuo tra terra e cielo e l’uomo resta un piccolo spettatore di questa esplosione di bellezza. Assistere all’aurora boreale è come essere accolti in un momento di intimità della natura: il primo momento in cui vedi il cielo tingersi di verde e non sai di preciso cosa aspettarti, ti colpisce dentro e ti fa sentire un privilegiato.

Ti circondano il silenzio, la sensazione di libertà, gli scenari spettacolari di laghi ghiacciati senza più una linea di demarcazione con il cielo. Tutto avvolto in una luce tenue ma calda, fugace ma sottilmente tenace sulla linea dell’orizzonte.

Questo viaggio ha segnato il cuore. L’aurora di per sé, sebbene scientificamente spiegata, rimane un mistero superlativo. L’attesa dell’aurora in compagnia di persone altrettanto desiderose di vederla è stato quanto di meglio potessi chiedere ad un viaggio. Non conta essere lì, perché oggigiorno tutti possono andare ovunque: sul ghiaccio di notte rimangono in attesa quei compagni che amano le stesse cose che tu vedi e senti e questa condivisione ti avvicina emotivamente anche a chi hai conosciuto solo da poche ore.

Resta un mistero questo affiatamento che c’è stato nel gruppo e in quanto tale lo accolgo così come viene: mi ha fatto star bene, felice di esser lassù sul parallelo 68.

Questo è un viaggio che vale la pena di fare ogniqualvolta senti il bisogno di stoccare l’anima con un evento straordinario, quando senti la voglia di una intensa ed intima emozione, di respirare un amore ed un rispetto per la natura che oramai chi vive nelle affollate e caotiche città ha perso a scapito di una relazione fugace con una valanga di dati ed informazioni che tutto chiedono e niente lasciano.

Ritornerò sul parallelo 68. E’ una promessa.

Interno di una struttura di ghiaccio con archi, colonne di ghiaccio trasparente e decorazioni di ghiaccio che creano un ambiente brillante e freddo, con una persona in lontananza e lampadari sospesi.

— Marco “Sciogliersi al freddo”

Abbiamo dovuto supplicare le nostre valigie, convincerle a tornare. Perché non volevano saperne. Hanno continuato a girare per l’Europa un altro paio di giorni dopo il nostro rientro a casa.

Sono rimaste in volo da qualche parte, fra Stoccolma e Venezia, forse a cercare di vedere quello che noi avevamo già visto e loro, chiuse in camera, ci avevano sentito raccontare. Inutile provare a spiegarlo alla signorina veneta del desk, a Tessera, incredibilmente più fredda e incomprensibile della sua omologa collega svedese.

Lassù, a Kiruna, dove la valigia di Silvia aveva tentato la sua prima fuga (una scappatella all’Ice Hotel sotto il cielo artico dev’essere sembrata irresistibile per un modello di Samsonite che si chiama “Cosmolite”). Là, dicevo, ci aveva assistito una delle tre signore che apparentemente gestiscono in autonomia l’aeroporto più a nord della Svezia. Le avete viste? Fanno tutto loro. Check-in, controllo documenti, ritiro carte d’imbarco. Le saluti da una parte lasciando loro la valigia, ti giri, e te le ritrovi davanti che ti sorridono chiedendoti il biglietto. Sono convinto che, dopo la nostra partenza, lei, quella che ci aveva accolto all’andata per aiutarci a rintracciare la valigia fuggiasca, si sia messa a preparare kottbullar e hotdog di renna al bar dell’aeroporto. Altrimenti, tra un volo e l’altro (cioè i due in tutto che partono ogni giorno da là) come passano il tempo?

Aeroporto a conduzione familiare. Che è un bell’aggettivo per descrivere la sensazione che ci ha lasciato questo viaggio. Familiare. Saranno stati Galileo e Mafalda (anzi, Sofia, che sennò la nonna si arrabbia…), sarà stato l’affiatamento spontaneo, morbido, senza fatica, che si è creato nel gruppo. Un gruppo che pure era non poco eterogeneo. Saranno stati il freddo, il silenzio, la distanza da tutto. Il ritmo rallentato dei passi e dei pensieri. Il buio che vorrebbe stravincere e invece no. La luce fioca ma calda nelle case, le case senza tende alle finestre che ti vien voglia di guardarci dentro (ma là nessuno si sogna di farlo). Le spiegazioni sull’aurora. Come nasce, come si forma, come cambia. Il direttore di un centro scientifico che ti aspetta e ti accoglie in un giorno festivo. Sarà stato tutto questo.

Sospetto che se con lo stesso identico gruppo ci fossimo trovati a Milano, probabilmente saremmo diventati nervosi e insofferenti prima del tramonto. E non avremmo nemmeno avuto la speranza di un aurora boreale in arrivo, la sera, a riconciliarci.

Perché l’aurora è stato il magico miraggio che ci ha portato lassù, ma è stata un dippù, o forse una scusa. L’abbiamo vista (chi più, chi meno, a seconda della resistenza al sonno – o della motivazione) e ci ha soddisfatto. Io sono perfino orgoglioso di quella foto che mi ha scattato Gabriele davanti alla Dama Fuggente. Purtroppo era l’aurora numero 2 di quella notte, non la famigerata numero 3. Alla terza io e Silvia dormivamo, ma non riuscirete – Gabriele, Michela, Luca e integralisti dell’aurora tutti – ad instillare in noi alcun senso di rimorso per questo.

Perché tutto il resto l’abbiamo goduto. Ed è quello che ci porteremo dentro. I posti, le luci, la gente, la compagnia. Le piccole cose che in così poco tempo abbiamo capito di alcuni e carpito da altri. Perfino il cibo. E i bagagli che scappano, con la valigia di Silvia recidiva nella fuga. Peccato per loro, perché non essendoci, quel giorno a Venezia, loro che l’aurora non l’hanno vista, si sono persi anche lo spettacolo che ci ha accolto appena fuori dall’aeroporto di Venezia, quasi a cercare di accendere una rivalità con quello che avevamo visto altrove. C’era un incredibile arcobaleno. In pieno inverno. Ad arco completo. Con tutti i colori. Boreale.

Eclissi solare con il cielo scuro e la luna che copre il sole, vista da una spiaggia con silhouette di montagne sullo sfondo.

— Piera “We had a dream”

Anni fa, di ritorno da Abisko e dalle sue Aurore, l’inizio dell’avventura, il primo fantasticare su un nuovo progetto della premiata ditta “1013 millibare Europe”, con il tutto che sembrava lontanissimo e che, invece, è già finito. Una programmazione perfetta, con prenotazioni ad hoc di cieli sereni e sgombri di nuvole come solo loro sanno e possono fare.

E’ volato in un attimo il tempo trascorso tra Tromso e le Svalbard, tra spettacolari quanto inaspettate aurore boreali e una indescrivibile eclisse totale di sole, che hanno racchiuso tutte le speranze e le aspettative di questo gruppo, quanto mai eterogeneo, di matti che, dall’estremo sud dell’Italia alla nordica Svezia, si sono ritrovati “al gelo e al freddo” delle Svalbard per rincorrere un sogno.

In un solo giorno, il 20 di marzo, abbiamo visto “cose che voi umani non potete nemmeno immaginare” in un mondo bianco bellissimo impossibile da dimenticare uno spettacolo unico della natura, l’eclisse totale di Sole che ci lascia senza fiato e, nella stessa notte, l’Aurora, che esplode nel cielo sopra Longyearbyen.

Prima c’è Tromso, dove abbiamo gironzolato per la città, con i suoi musei, la storica birreria Mack che produce una infinità di tipi di birre che ovviamente abbiamo assaggiato seppur ovviamente in minima parte, la funivia che sale sopra la città e che ci ha regalato, oltre che ad un vento gelido, una vista fantastica sull’isola dove si trova la cittadina e, la notte poi, via con un pulmino a rincorrere letteralmente e con successo l’aurora boreale partendo con un cielo quasi del tutto nuvoloso.

Km e km su strade in mezzo alla neve nel buio più assoluto fino a raggiungere la Finlandia, dove un piatto bollente di renna e di verdure, mangiato seduti attorno ad un incredibile fuoco acceso in un buco nella neve, e la successiva comparsa dell’aurora, ci ha fatto fare pace col mondo intero e dimenticare il freddo pazzesco della notte.

E poi le Svalbard!! Difficile rendere con le parole l’emozione nel vedere il piccolo aeroporto di Longyearbyen, con una pista letteralmente di ghiaccio, gremito di gente proveniente da ogni angolo del mondo che scattava foto in ogni direzione nell’attesa del momento fatidico dell’eclisse.

Ed il freddo, il freddo che ti sconvolge, il bianco abbacinante della natura, l’acqua nella baia che cambia colore ogni giorno, da un profondo blu ad un luminoso bianco, le casette colorate, le vecchie torri di legno delle miniere di carbone lasciate lì a memoria di un’altra epoca, le strade gelate percorse in tutta tranquillità dalle auto ed i molteplici percorsi delle motoslitte (tutte corredate da custodia porta fucile contro la minaccia dell’orso bianco), i bimbi dell’asilo che giocano in mezzo alla neve incuranti della temperatura (si passava dai -12C ai -22C), l’estrema cordialità di tutti quanti coi quali abbiamo parlato nel nostro stentato inglese... ecco le Svalbard!

Ma non solo, c’è ancora la corsa, infagottati come degli omini Michelin, sulla slitta trainata dai cani comandati da una virago con addosso fucile, pistola e coltello, le renne bianche in lontananza che brucavano non so cosa in mezzo alla neve, la quasi impossibilità di fare foto perche le mani dopo pochi secondi si gelano e fanno un gran male, la nostra rinuncia alla corsa in motoslitta perché il tempo era pessimo e il vento fischiava di brutto, rinuncia che però abbiamo compensato con una produttiva visita al Karlsberger, il Pub che si classifica al 6° posto tra i migliori del mondo, con una scelta infinita di bottiglie e all’ultimo la visita alla chiesetta rossa in alto sopra Longyearbyen, aperta giorno e notte che ti accoglie con un salottino corredato da termos di caffè e di acqua bollente per il thè e da un gigantesco orso bianco imbalsamato.

Un viaggio finito troppo in fretta ma che abbiamo apprezzato dal primo all’ultimo minuto. Un grande grazie e di certo anche un arrivederci a tutti!

Non c’è due senza tre ……………dice il saggio!!

Aurora boreale verde nel cielo notturno sopra un paesaggio innevato con alberi nudi e colline.

— Giuseppe “Quello che resta”

C’è una veste sottile che appare lontano. Si sfila come una lama dal buio, nel suo contorno indefinibile, appeso a ganci invisibili con il quale sembra venire giù tutto il cielo, come un sipario strappato all’improvviso. Le notti fredde, tra le sponde della neve, sopra gli umori dei ghiacci e la fine del mondo, sono il ricordo migliore da raccontare a chi ancora vuole custodire segreti e proteggersi un senso di genuina meraviglia. A Kiruna e Abisko esiste come un lungo brivido che ti attraversa gli occhi, è una sostanza rarefatta che si condensa sopra le ciglie e poi scende. Scende, scivola, ti penetra ovunque: l’aurora – o la dama sfuggente – è una freccia, più che un’emissione magnetica. È un lungo dardo che si impossessa del cuore degli innamorati, nella sua danza misteriosa. Quanto vissuto in questa prima settimana di Febbraio non ha abbastanza parole per potersi ben spiegare, è certo che bisogna arrivare lì sotto, sotto quel cielo, per poter anche solo per un attimo rincorrere quel brivido. Chi non lo scoprirà mai, perde una grande rivelazione. Andare a Kiruna e a Abisko è come raggiungere una meta, o un destino. Per chi si innamora della bellezza del mondo, è la sola cosa che conta. La sola cosa che, un giorno, potrà valere la pena di essere raccontata ancora.

Grazie a Gabriele, Silvia e Galileo perché ci hanno accompagnati.

Senza di loro, non avremmo saputo la strada. Senza di loro, non ci sarebbe stata la strada.

Buon viaggio a chi percorrerà questa via, sotto qualsiasi stella deciderà di infilarsi.

Una persona in piedi davanti allo spettacolo dell'aurora boreale nel cielo notturno, con stelle visibili.

— Raffaella “Notte d’Aurora”

Danza Dama Sfuggente

Figlia del sole in tempesta

Danza al suono del cielo

Danza lungo le vene magnetiche

Verde fiume di attesa

Vibra nei nostri cuori

Sorpresa infinita e impalpabile

Sospesa nei ricordi per sempre

Paesaggio invernale con montagne coperte di neve sotto un cielo azzurro e un campo innevato in primo piano.

— Monica e Roberto “Emozioni”

Emozione è risvegliarsi al mattino baciati dal sole che ammicca dalla Porta della Lapponia e che distende i suoi raggi sul vasto lago ghiacciato decorato ai lati da cascate di acqua da tempo congelate…..

Emozione è sciare a 250 km sopra il circolo polare artico su piste non difficili ma ripide, ben lavorate, con una splendida powder fuori pista, un panorama che spazia a 360 gradi sulle lande desolate della Lapponia, sentendosi un tutt’uno tra il cielo azzurro e le piste bianchissime…

Emozione è immergersi con la motoslitta in una tempesta di neve in mezzo al nulla e riuscire a raggiungere un rifugio sommerso dalla bianca polvere, illuminato da un sole che cerca di far capolino tra le nuvole e ristorarsi con ottimi waffles ….

Emozione è una semplice ciaspolata serale in mezzo al buio assoluto, col cammino indicato dalla luce delle stelle, che si conclude con una tisana calda e muffin al cioccolato, alla luce del fuoco acceso dalla guida che spiega con perizia la causa delle aurore boreali.

Emozione è salire in seggiovia, alle 9 di sera, alla luce dei lumini attaccati ai singoli seggiolini, che rendono l’atmosfera quasi magica, per raggiungere l’Abisko Ski Station e riuscire a vedere, nonostante le nuvole e la neve, quello scintillio verde tanto atteso e quasi considerato impossibile per le iniziali condizioni del tempo ….

Emozione e’ sentirsi piccoli di fronte ad un cielo illuminato da esplosioni di verde, rosso, viola che giocano a rincorrersi e a nascondersi tra la luna e migliaia di stelle piu’ luminose del solito, esaltando una delle piu’ belle aurore boreali degli ultimi anni, con il tuo corpo che galleggia tra il bianco della neve e la tavolozza del cielo nonostante il freddo pungente con temperature attorno ai meno 18, ma sopportato piacevolmente anche per oltre 5 ore…

Emozione e’ pensare che i puntini bianchi che risaltano sulle immagine fotografiche sopra i colori dell’aurora boreale siano spruzzi di neve sull’obiettivo, ed invece rendersi conto che sono le luci delle stelle invidiose del risalto concesso alla dama sfuggente….

Emozione è scoprire in mezzo al nulla un capanno con annessa luce, riscaldamento e grande vetrata panoramica dove, per i piu’ freddolosi, ristorarsi e riscaldarsi tra una sessione di foto e l’altra….(tipica organizzazione scandinava)

Emozione e’ anche ammettere che, avendo gia’ vissuto sensazioni simili diversi anni fa ad Abisko, il cambio di soggiorno da Abisko a Bjorkliden ha sicuramente migliorato la bellezza di un viaggio gia’ di per sé indimenticabile….

Emozione è infine essere partecipi di un gruppo eterogeneo, ma meraviglioso ed affiatato, guidato - come avevo gia’ potuto sperimentare in passato - da un ottimo organizzatore e la sua splendida famiglia….

Come disse il grande Lucio: “Capire tu non puoi …tu chiamale se vuoi…emozioni”

…emozioni che almeno una volta nella vita bisogna provare!!!

Cinque persone che osservano l'aurora boreale sopra un paesaggio innevato in una notte stellata

Ad un tratto la luce si affievolisce, ma ne compaiono altre due...una più a destra e un'altra a sinistra che si intravede tra gli alberi. Sono completamente diverse. Una sembra un fascio che parte della terra e si spinge verso l'alto allargandosi come un cono, l'altra sembra una macchia, una sorta di nuvola verde scuro.

Si fa largo la speranza che possano essere un potenziale inizio di un'aurora spettacolare. Iniziò ad incitarla..."dai ce la puoi fare... fammi vedere chi sei" Intanto la macchina fotografica procede a scattare.

Mi rendo conto che l'autoscatto di 10 secondi è troppo lungo anche perché emette un suono fastidioso che rovina l'atmosfera. Chiedo scusa ai ragazzi del gruppo che quasi non mi sentono, intenti come sono a guardare l'aurora e fotografarla. Smetto di sentirmi in colpa e penso "domani tolgo il suono così la prossima volta che vediamo l'aurora sarà in religioso silenzio".

Guardo le foto appena scattate...belle...anche se non riproducono la realtà perfettamente, ma ne risaltano l'intensità a causa del buio in cui ci troviamo.

Ci resto un po’ male...sembrano foto ritoccate quindi riduco i tempi di posa e cambio qualche impostazione. Riscatto...6 secondi...ecco così è più realistica anche se non rende come le precedenti.

Le riguardo oops c'è Daria in quasi tutte...cavolo...il grandangolo è veramente ampio! Sposto il cavalletto un po’ più a sinistra...ecco...così la visuale è sgombra. Intanto l'aurora continua la sua danza...non è spettacolare come speravo, ma non si può avere tutto. Penso "per adesso l'importante è averla vista, magari i prossimi giorni sarà più forte...ma per ora non mi importa...sono soddisfatta così".

La guida prova a dirci che è ora di andare. Sono quasi le 23.30...siamo già ad un ora di straordinario che ci ha concesso, ma noi facciamo orecchie da mercante...non può costringerci a lasciare questo spettacolo...la notte è lunga...c'è ancora tanto da vedere, tante foto da scattare, tanto da emozionarci ancora.

Inizio a pensare a quello che ci ha illustrato Gabriele nel pomeriggio: come si innesca il fenomeno...le macchie solari, il campo magnetico...come la natura sia capace di fare tutto questo e alla piccolezza e insignificanza dell'uomo a confronto. Mi commuovo quasi per l'emozione... uno spettacolo davvero unico...il resto sembra non esistere...non essere importante... C'è lei...ci sono io.

Il gruppo è sparpagliato di qua e di là per scattare foto senza ostacoli e forse per vivere in solitaria questo momento. Si parla col compagno di viaggio più vicino "hai visto?", "guarda li" , "fantastico" ....ops sto parlando con la guida che ho scambiato per uno di noi e che risponde "What's?". Eh si...non riconosco ancora le sagome dei compagni di viaggio...è solo un giorno che ci conosciamo e con i tutoni artici siamo quanto deformi anche se belli al calduccio.

È una strana sensazione...siamo distanti qualche metro gli uni dagli altri ma ci sentiamo tutti vicini in questo magico momento. Condividiamo le stesse emozioni siamo lì davanti a questo spettacolo che ci riempie l' anima....ed è solo la prima notte...

Lo svedese mangiafuoco dei capelli lunghi ci dà un ultimatum... avrà sicuramente pensato "ma guarda questi italiani".. ma chi se ne importa! anche Gabriele ci richiama all'ordine bisogna tornare in albergo...

Un po' scocciati mettiamo a posto cavalletti e macchine fotografiche ci incamminiamo verso i minibus.

Giusto il tempo di guardare indietro...non ne ho ancora abbastanza è un peccato andarsene quando tra le stelle ci sono ancora questi colori.

Tiro fuori di nuovo la reflex...mano più ferma possibile... click...l'ultima foto... la più voluta...la più bella...ciao aurora...ci vediamo presto ok ?

— Serena “Sensazioni boreali”

E' apparsa quando meno me l' aspettavo....senza preavviso e cogliendomi di sorpresa.

Pensavo che lo stufato di renna nella capanna attorno al fuoco fosse la fine alla prima serata nel profondo nord della Svezia oltre il Circolo Polare Artico e quasi a confine con la Norvegia... e invece...la notte lappone aveva tanto ancora da offrire... la guida era sul punto di accompagnarci in hotel...il suo lavoro del 3 febbraio si concludeva alle 22.30. Scendiamo lungo il percorso dalla capanna alla slitta trainata da motoslitta affondando gli scarponi della neve, un po' a fatica e con le luci sulla fronte per illuminare il cammino.

La guida, il giovane mangiafuoco, ad un tratto mormora in inglese "look" ed indica un punto all'orizzonte...una luce fioca nella notte stellata di Kiruna, un fascio verde che si confondeva con il buio del cielo. Io un po' scettica penso "ma no non può essere...saranno nuvole..." e invece ecco che il verde si fa più acceso...e qualcuno del gruppo esclama "anche lì...più a sinistra"... è lei...l'aurora boreale!

Presa dall'emozione mi sfilo lo zaino dalle spalle, tiro fuori il cavalletto e recupero la macchina fotografica cercando di non distogliere gli occhi dal cielo...non voglio perdermi nemmeno un secondo di questo magico momento che immagino e sogno da anni.

Preparo l'attrezzatura, imposto la macchina un po' impacciata... non so che fare... la reflex è nuova e non ho avuto tempo per imparare ad usarla. Voglio assolutamente imprimere questa serata sull'obbiettivo...non posso sbagliare..

Raffaella mi viene in aiuto.. Ha la D3100 anche lei e mi dà 4 semplici indicazioni: auto focus manuale, impostazioni su M, diaframma tutto aperto, tempi posa di 10 secondi... mitica! Mi metto subito all'opera e imposto anche l'autoscatto... voglio evitare di muovere la macchina al momento dello scatto.

Intanto nel cielo la luce si fa più intensa...inizia a muoversi...prima lentamente, poi sempre più veloce...ecco perché la chiamano la "dama danzante".

Sembra un drappeggio, un nastro come quello della ginnastica ritmica che si avvolge e si distende in un movimento armonioso.

Tempo di scattare una foto ed ha già cambiato forma, intensità, posizione. Devo starle dietro e scattare più velocemente possibile in modo da cogliere tutte le sfumature, tutti i passi della sua danza.

Paesaggio invernale con montagne di neve, cielo al tramonto o all'alba con una luna piena visibile, tracce di sci sulla neve e alcune motoslitte in lontananza.

— Daria “Experience e Extreme”

La musica che accompagna questo viaggio è Experience di Einaudi. Non so come altro definire questo luogo sperduto in cima al mondo dove tutto ruota intorno a due parole Experience ed Extreme. Extreme sono le temperature che ci accompagnano durante il giorno: dai -21C della motoslitta ai +85C della sauna. Estremi sono i tempi delle escursioni termiche, giusto il tempo di togliersi la tuta artica per passare dal freddo al caldo e tempo di uscire dalla sauna per rotolarsi nella neve fuori quelle per passare dal caldo al freddo. Estremi sono i panorami: un deserto di neve, una distesa infinita di sfumature di bianco, di azzurro, di celeste, di ghiaccio. Un susseguirsi senza fine di forme dolci, di profili romantici, di sensazioni magiche.

Abituati come siamo a vivere in gruppo, difficilmente sono comprensibili questi spazi sconfinati dove non vi è altro che natura estrema, forme armoniche, abbinamenti strappacuore tra rocce e neve. nessuna impronta umana se non quella temporanea, di breve passaggio. Il tempo di lasciare una traccia che poi la natura cancella senza veto. Solo qualche renna a brucare un cibo invisibile, poi altro che bianco.

Se durante la visita alla grotta nel ghiacciaio mi sono sentita come lo scoiattolo dell'era glaciale, a cavallo della motoslitta ero dentro Frozen: il sole rende tutto eccezionalmente bello tanto da toccare con mano quella sensazione unica di trovarsi in un luogo dove tutto è puro, bello, armonico.

Siamo partiti alle otto ed abbiamo guidato 185 km per andare sulla costa est dove vivono gli orsi polari. Experience, si è un'esperienza far volare un bolide di motoslitta fino a 60 km/h attraverso valli, vette, morene di ghiaccio. Affrontare cosi lunghe distanze con la sola certezza di non poter contare altro che su come ti sei organizzato alla partenza... Cinque strati sotto la tuta artica, guanti lapponi, calzini di lana, le taniche di emergenza, il cibo ed i fucili. Experience è stato il mio primo picnic ma -20C: una super minestra di piselli, mais, curry e qualche fusillo buttato lì che tanto male non fa mai, mangiata con un cucchiaio di legno da dentro un termos. In un bicchiere di legno invece la bevanda per eccellenza: un dolcissimo tanto ustionante succo di mirtillo, effettivamente è stato strano dover soffiare per raffreddarlo...

Experience, senza ombra di dubbio, è stato fare la pipì a -20C. D'altronde siamo umani con un sacco di esigenze rispetto agli animali, oltretutto con disparità tra i sessi in questo caso: provate a trovarvi in cima ad un cliff, con panorami spettacolari sotto, davanti, dietro di voi. E con un solo unico mucchietto di neve per la tutela della privacy. Ma soprattutto, provate a essere donne e riuscire a far pipì fuori della tuta artica, annessi inclusi (cappuccio). Ed è qui che le nostre spettacolari guide donne ci hanno dato il consiglio fondamentale di accertarsi di raccogliere TUTTA la tuta prima di far pipì...insomma, non avrei mai creduto di trovarmi con le mele esposte al gelo artico. Ed è certamente una cosa divertente che racconterò ai nipoti quando sarò in preda alla demenza senile.

Experience è viaggiare con i fucili e provare questa ambigua sensazione di voler incontrare l'orso da vicino ma averne al contempo paura per la nostra e la sua incolumità. Experience è guidare la motoslitta per 180 km e non avere la fortuna di incontralo, il bellissimo orso polare... è già... Siamo arrivati fino al mare artico ad est, dove di solito si trova ma non l'abbiamo visto. Di fronte al mare artico non puoi essere scontento di niente: affiorano piccoli iceberg con colori spettacolari dal grigio al celeste, piattaforme di ghiaccio dalle quali gli orsi amano cacciare e tuffarsi. Un paesaggio mai visto prima, ovvero visto soltanto nei documentari. Non puoi non sentirti un privilegiato a vivere queste emozioni. E sulla strada del ritorno, il sole in fronte, le dune di neve che acutizzano i colori. Il tramonto che aggiunge una tonalità calda al mondo di ghiaccio e neve, allora mi sento un po' Walter Mitty e penso che la felicità sta tutta qui, nell'andare ad incontrare le meraviglie di questo globo.

Tenda arancione in un paesaggio innevato sotto le luci dell'aurora boreale con alberi e montagne sullo sfondo.

— Paola e Marco “Abisko é come casa”

Abisko…Abisko è come casa, ad Abisko si respira l’aria di casa.

Nel momento stesso in cui ho iniziato a rifare la valigia al termine del nostro soggiorno, ho capito perfettamente le parole di chi, conoscendo già il luogo, mi aveva detto al nostro arrivo “Quando il pullman si è fermato qui davanti mi sono sentito di nuovo a casa”. Così come scorrevano tra le mie mani gli oggetti da riporre in valigia, così scorrevano anche le lacrime. Lacrime di gioia però, per il nuovo bagaglio che portavo con me, per tutto ciò che Abisko ha donato a me e a chi ha saputo sentire con me la dolcezza celata dietro il rigore del freddo artico.

Il nostro viaggio è iniziato ben prima di arrivare ad Abisko….appena ci siamo imbattuti nelle righe che descrivevano il programma preparato da Gabriele, abbiamo deciso che quelle emozioni sarebbero state anche le nostre.

E con il trascorrere delle settimane, questa vacanza è diventata qualcosa di più….la nostra luna di miele.

Rinchiudere questa esperienza tra parole scritte su un foglio ci riesce difficile, va in contrasto con l’immensità del cielo che ci ha sorriso, della neve che ci ha illuminato i volti, e degli occhi orgogliosi di chi ci ha narrato dei luoghi in cui vive.

L’emozione di entrare in sintonia con la propria slitta ed i propri cani, sentire solo il fruscio del nostro “selvaggio” correre tra il bianco in terra e l’azzurro in cielo….

Capire quanto si è piccoli rispetto alla grandezza di Madre Natura, e sentirsi pervadere dalla sua maestosità…

L’Aurora poi….un brivido al solo pensiero dello spettacolo che ci ha offerto, davvero impossibile da raccontare a chi non l’ha vista coi propri occhi.

Cieli perfetti, in compagnia di amici perfetti di cui serberemo un ricordo speciale.

E lei, la Dama Sfuggente, venuta a darci il suo Arrivederci l’ultima notte, quando i più stanchi già sognavano nei loro letti caldi.

Ci rivedremo Dama Sfuggente, ci rivedremo..è una promessa!